Sindrome Nimby addio, l’eolico si integra nei ponti

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    Sindrome Nimby addio, l’eolico si integra nei ponti
    Si studia l’utilizzo delle infrastrutture pubbliche nella promozione delle rinnovabili: due turbine tra i piloni dei cavalcavia sarebbero sufficienti ad alimentare 500 case

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    Per l’eolico è arrivato il momento di sperimentare innovative forme di integrazione edilizia. A segnare la strada è PAINPER, un piano per l’utilizzo delle infrastrutture pubbliche nella promozione delle energie rinnovabili. Tra gli elementi clou di questa nuova iniziativa europea c’è anche l’incredibile progetto anglo-spagnolo che sta indagando la fattibilità di integrare le turbine eoliche nella struttura dei grandi viadotti. Il test, per ora ancora completamente virtuale, è stato effettuato prendendo come punto di riferimento il viadotto Juncal, in Gran Canaria. Un team di ricercatori spagnoli e britannici ha raccolto dati e valutato se il vento che passa tra i pilastri di questa infrastruttura possa davvero essere sfruttato in maniera efficiente per la produzione di energia elettrica.

    Lo studio si basa su modelli e simulazioni computerizzate effettuate da Oscar Soto e dai suoi colleghi della Kingston University (Londra). Gli scienziati hanno progettato turbine simili a dischi porosi per valutare la resistenza dell’aria e testare diversi tipi di configurazioni. “Naturalmente, più superficie copre il rotore, più energia può essere estratta; tuttavia, abbiamo visto che nelle piccole turbine il rapporto potenza/m2 è più alto”, ha affermato Soto, spiegando che la configurazione più adatta per l’integrazione dell’eolico nei viadotti sarebbe quella di due turbine identiche. “Così si avrebbe un migliore equilibrio, sia in termini strutturali che elettrici”.

    I risultati confermano che ogni cavalcavia presenta delle specifiche potenzialità eoliche. Nel caso del viadotto Juncal, si potrebbe istallare una potenza di 0,5 MW totali. “Questo sarebbe sufficiente a soddisfare le esigenze elettriche di 450-500 case a consumo medio”. Inoltre questo tipo di installazione potrebbe incontrare maggiormente il favore di chi oggi si oppone alla tecnologica eolica su larga scala, dal momento che non impatta direttamente sul territorio. Forse ai più attenti, la ricerca potrà riportare alla memoria Solar Wind, il progetto italiano presentato qualche anno fa al concorso Parco Solare Sud. L’idea era pressoché simile: combinare in un’unica struttura – in questo caso i cavalcavia della Salerno-Reggio Calabria – la produzione di energia eolica e quella di energia solare. Il progetto, classificatosi secondo al concorso, prevedeva tra le altre cose di installare tra i piloni 26 turbine eoliche.

    Fonte: Rinnovabili.it (03 luglio 2015)

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