La moto che non cade mai e si guida senza casco

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    La moto che non cade mai e si guida senza casco

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    Si tratta di un prototipo presentato da Bmw che potrebbe essere la moto del futuro. Il suo nome è Vision Next 100.

    Il progetto della casa tedesca prevede che questa avveniristica due ruote non cada mai. Come mai? Il tutto grazie ad un sistema di ‘‘Self Balancing” che la tiene sempre in equilibrio, sia durante la guida che quando è ferma.

    Nel video di lancio non è utilizzato il casco dalla bella test driver ma la sicurezza è garantita dalla tuta da supereroe. La tuta è un elemento di moda ma anche un capo protettivo contro il vento e le intemperie.
    Qualora necessario, la funzione climatica rinfresca o riscalda il guidatore.

    La struttura flessibile a nastri della tuta e delle calzature è ispirata ai fasci muscolari ed è in grado di supportare e rilassare attivamente il guidatore, a seconda della situazione di guida.

    Lo scambio d’informazioni tra guidatore e veicolo avviene essenzialmente attraverso il visore, un occhiale per la lettura di dati che copre il campo visivo del pilota e funge inoltre da parabrezza

    Nella guida a velocità superiore la zona della nuca dell’abbigliamento del guidatore può essere gonfiata d’aria, così da sostenere la colonna vertebrale cervicale e aumentare il comfort.

    Il motore è alloggiato al centro del telaio e rappresenta un elemento stilistico e, al contempo, una reminiscenza storica: la sua forma ed esecuzione ricorda il tradizionale motore boxer BMW, ma adesso è la sede dell’unità di propulsione a emissioni zero.

    bmw-vision-next-100-bike_827x510_61476266914

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    Fonte: Virgilio Motori (12 ottobre 2016)

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    Edited by nonsololamezia - 12/10/2016, 16:37
     
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    Bmw Vision Next 100: ma è ancora una moto?

    All’interno dei festeggiamenti per i 100 anni BMW, Motorrad ha presentato la concept bike Vision Next 100 e subito il web si è scatenato: ecco la moto del futuro, la moto che non ha bisogno del cavalletto, la moto che ci consentirà di non mettere più il casco e amenità varie. La guardo, stupito e meravigliato come tutti e poi mi chiedo: “Si va bene, ma poi… è ancora una moto?”.

    Trovo questa domanda difficile che mi gironzola per la testa, perché per rispondere bisogna sapere cosa sia esattamente ciò che rende una moto una moto… e non ho una risposta.

    Non sono perplesso dalla soluzioni tecnologiche innovative, perché chi ama la moto sa che tutta la sua storia è figlia della passione per la meccanica e per le performace: senza tecnologia e innovazione andremmo ancora a pedali. Il concept Bmw Motorrad regala soluzioni strabilianti, da un motore a combustione ma a emissioni zero (qualcuno dice a idrogeno) in grado di variare la forma per esigenze aerodinamiche a un telaio flessibile e senza snodi, per una conduzione delle curve completamente nuova. Inoltre offre un sistema elettronico di bilanciamento che consente al mezzo di non cadere mai e parcheggiare senza cavalletto.

    Poi c’è una tuta smart (la chiamano “bionica”) che si parla con la moto e infine un visore di realtà aumentata su cui la moto proietta le informazioni su guida e ambiente circostante per garantire totale sicurezza, tanto da rendere inutile il casco… insomma, tra Harry Potter e Blade Runner. E trovo tutto questo esaltante. Così come trovo eccezionale il design, le sue linee tracciate mantenendo proporzioni e angoli del telaio della R32, un gioiello della Repubblica di Weimar datato 1923.

    Il tutto mosso da un motore boxer futuristico, ma sempre lui. Bella, bassa e armoniosa, tra il naked e lo street fighter. Si ma allora… dove stanno i dubbi?

    Forse mi manca solo la certezza che a saltarci sopra, ad accenderla e a partire si smuova ancora qualcosa tra cuore e pancia, qualcosa che mi emozioni accendendo i sogni. Sogni di una libertà semplice e un accogliente senso di distanza delle cose che normalmente opprimono il cuore e riempiono i pensieri.

    Quale sia la magia che accenda queste sensazioni e abbia spinto milioni di persone in un secolo ad andare in moto io non lo so, ma credo abbia a che fare con la naturale imperfezione, la spartana scomodità e il fascino dell’equilibrio instabile. Quella cosa che i bambini sentono istintivamente e gli fa fare ”OoOo” dalla macchina accanto quando sei fermo al semaforo.

    bmw1

    Credo che le case motociclistiche dovrebbero assumere degli Head of Emotions oltre a capi ingegneri e Chief Designer. Gente che si occupi di testare i mezzi e garantire che quella fiammella che accende i sogni sia ancora da qualche parte dentro la moto.

    Non mi serve una moto che mi renda sempre reperibile, fornisca Big Data e mi proietti le email di lavoro sul visore, io quando salgo in moto voglio mettermi la spada, il cinturone e puntare dritto verso l’Isola Che Non C’è a combattere con i pirati e i cowboy.

    Quindi care case motociclistiche vi ricordo che avete una responsabilità ancora più grande che va oltre lo sviluppo di design e tecnologia: preservare la fiammella che accende i sogni e che spinge le persone a saltare su una moto e andare non importa dove. Che per andare da qui a lì in fretta ci sono già le auto, che bastano e avanzano.

    Fonte: Virgilio Motori (14 ottobre 2016)

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